Progetto per Peccia
Ho sempre il desiderio di creare un oggetto in sé, qualcosa che non richieda un riferimento esterno e che basti a sé stesso. Da un lato, la forma rappresenta il lato esistenziale dell'essenza, ma allo stesso tempo, se vogliamo, anche una metafora: una possibile allegoria per qualcosa che sta dietro. Un'entità separata. L'oggetto non possiede nessun impulso verso l'esterno, non vuole nulla. Il mio processo di lavoro comprende un confronto interessante con linguaggi formali di tipo spirituale/religioso.
Le idee che mi interessano iniziano dove le storie si fermano e una logica indipendente interiore si rivela nelle forme. Tuttavia, trovo ancora più interessante una ricerca fisica diretta, attraverso la meditazione e altre tecniche corporee. Vorrei che nella coscienza del riverbero di queste idee emergessero oggetti, tuttavia privi dei loro limiti, che non ricadano su alcuna rappresentazione della natura, ma possano incarnare idee nella loro astrazione funzionando in modo distinto rispetto alla conoscenza intellettuale. Dovrebbero poter essere catturati e compresi intuitivamente attraverso una reminiscenza corporea. Allo stesso tempo, permetto alle opere di acquisire di nuovo una dimensione figurativa, da un punto di vista concreto e fisico, ma non personale: esse devono sempre cercare di orbitare intorno a un nucleo solido, ciò che esclude qualsiasi fugace momento soggettivo.